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FINANZA

Vuole avviare un Pac ma teme di sbagliare tempo di ingresso

a cura di Marco Liera

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Ho 33 anni, single, lavoro come agente di commercio da cinque anni e non ho sufficienti cognizioni in merito ai miei risparmi. Dallo scorso anno verso (traendone benefici fiscali) una quota da 3mila a 5.100 € all'anno a un fondo pensione aperto bilanciato (oltre alle quote obbligatorie Inps ed Enasarco). Vorrei investire 2-3mila € all'anno per una durata di circa 20 anni, (circa 15-20% dei miei attuali risparmi annui) nel settore azionario, come fosse un "piano di accumulo fai-da-te", avendo deciso di non aderire a fondi comuni e ad altre soluzioni che propongono sia la mia banca, sia qualche compagnia di assicurazione (alti costi e bassi rendimenti). Per valutazioni mie, che non è detto siano le più fondate, sarei propenso ad acquistare: 1 Lyxor Etf DJStoxx 50 (oppure 600); 1 Lyxor Etf commodities Crb oppure Lyxor Etf New Energy; 1 Etf legato ai Paesi emergenti. Stando la situazione attuale delle Borse è il momento di iniziare a investire nei settori sopra menzionati? Io sono classificato dalla banca come cliente dalla media propensione al rischio, e la quota maggiore dei miei risparmi la investo in obbligazioni della durata annuale/triennale anche per mie esigenze di liquidità.
Francesco Bottelli - (via e-mail)
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Sembra che lei abbia una situazione finanziaria equilibrata, con gran parte degli investimenti rappresentati da obbligazioni a breve e medio termine, e l'intenzione di versare sistematicamente il 15-20% dei risparmi annui futuri in attività più rischiose (Borse, commodities).
Probabilmente lei non ha una grande esperienza di impieghi più rischiosi delle obbligazioni, il che di per sè è assolutamente legittimo. Cautamente vuole avvicinarsi a queste asset class con una parte dei risparmi futuri, ma un secondo dopo aver preso questa decisione si chiede se sia il momento giusto per cominciare a farlo. E chi lo sa con certezza? Chi sa poi se anche il prossimo versamento, facciamo tra un anno, coinciderà con una fase adatta per scegliere impieghi rischiosi. E tra due anni? E fra tre?
Non pare questo l'approccio più indicato per affrontare i mercati più volatili e imprevedibili. Il Piano di accumulazione o Pac è uno degli strumenti più adatti per entrare su questi mercati proprio perché consente di disinteressarsi del momento in cui si entra. Chi lo fa è convinto – statistiche alla mano – che le asset class rischiose diano un rendimento più elevato nel lungo periodo (a volte anche più di 20 anni!) proprio in cambio della loro volatilità. Con il Pac si rinuncia implicitamente a voler scegliere il momento adatto con il quale si entra nei mercati rischiosi, perché se alcuni versamenti avverranno a prezzi alti, altri molto probabilmente coincideranno con quotazioni più basse.
In questo timore lei tradisce una tolleranza alle perdite molto limitata, che va approfondita. Si è mai chiesto qual è la perdita massima a uno, cinque e dieci anni che lei è capace di sopportare sull'intero portafoglio? E su un singolo strumento? È molto importante procedere a queste verifiche prima dell'investimento perché se per esempio lei arriverà a concludere di non essere in grado di tollerare una perdita del 30/40% su un periodo di 12 mesi su alcuno degli strumenti posseduti, dovrebbe stare lontano da qualsiasi Etf azionario. Perché le perdite potenziali alle quali si va incontro con gli strumenti rappresentativi delle Borse sono di questa magnitudine, nei casi peggiori constatati storicamente. Certo, lei pensa prima di tutto al maggiore ritorno potenziale che gli impieghi azionari hanno generato nella storia. Ma, come dice Warren Buffett, la prima regola per investire bene non è guardare ai rendimenti potenziali, bensì a non perdere soldi.
In alternativa, lei dovrebbe essere in grado di prescindere dalle perdite dei singoli strumenti e guardare all'andamento dell'intero portafoglio, che chiaramente è meno esposto a rovesci, essendo prevalentemente a reddito fisso. Anche questa è una verifica che va fatta prima di procedere a qualsiasi investimento in attività rischiose. Quanto al profilo in cui è stato inserito dalla sua banca, non ci faccia molto affidamento: questi questionari sono funzionali – nella maggior parte dei casi – a un adempimento burocratico per la clientela bancaria, e difficilmente possono essere il punto di partenza di una vera consulenza a valore aggiunto. Perché per comprendere la reale tolleranza alle perdite di un investitore serve una competenza che va ben al di là di quattro crocette su un pezzo di carta imposto dalla direttiva Mifid.

Obbligazione Birs 2015, conviene venderla adesso? Nel mio deposito titoli figurano zero coupon Birs 2015 per 100mila marchi tedeschi, emessi all'estero il 19 dicembre 1985 (DE0004771662) in scadenza il 20 dicembre 2015, acquistati il 25 marzo 1996 al prezzo di 31,35 (controvalore 31.350 marchi tedeschi). Se ho ben capito, il carico fiscale al 30 giugno 1998 era di 12.527,57 € (come da comunicazione della banca). Questo titolo era, e credo che sia tuttora, esente da ogni tassazione sugli interessi maturati (cioè sul "rateo mantello"). Per contro dovrebbe (alla vendita) essere soggetto a tassazione (attualmente del 12,5%) l'incremento eventuale della quota capitaria (posto che tale incremento ci sia), che se ho ben capito dovrebbe essere dato dalla differenza tra il valore della quota capitaria alla vendita, e il valore della quota capitaria al 30 giugno 1998, essendo esclusi gli interessi maturati. Invece, se attendo la scadenza del 2015, penso che la tassazione dovrebbe essere zero perché l'incremento di valore sarebbe da attribuire tutto al "rateo mantello". Tuttavia non sono sicuro che le suddette ipotesi siano corrette. Poiché da tempo si parla di aumentare la tassazione delle rendite finanziarie dal 12,5 al 20%, mi chiedo se non convenga vendere adesso il titolo. Inoltre, che somma dovrei pagare per tassazione adesso in caso di vendita, e che somma dovrei pagare alla scadenza, se la tassa sulle rendite finanziarie non dovesse cambiare per i prossimi sette anni? Conviene oppure no vendere adesso questo titolo, anche nell'ottica di recuperare una parte dell'imposta a credito compensabile (capital gain) già a mio carico?
  CONTINUA ...»

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